Diciamoci la verità : l’E3 2017 non rimarrà negli annali della storia. Inutile dire che tutto ciò che vediamo durante questa fiera di videogiochi per console e computer a Los Angeles non è rivoluzionario, non è sempre “assolutamente fantastico e meraviglioso”. Ma poniamoci la domanda più importante : questo E3 è stato interessante ? No. Anzi, tutto il contrario.
Abbiamo incontrato gente piena di passione, scoperto bei progetti, testato qualche titolo atteso nei prossimi mesi e soprattutto, abbiamo osservato un’industria sempre più pluralista, dove i blockbusters socializzano con i progetti sperimentali sopraelevati da una politica sempre più presente nel settore. Niente di più e niente di meno.
Quest’anno non abbiamo parlato della fiera più importante dell’anno per analizzare correttamente i dati e non dare giudizi affrettati. Si, abbiamo visto God of War, Super Mario Odyssey e ancora Assassin’s Creed Origins. Ma l’immagine che resta di questo evento è quella che ci ricorderemo durante gli anni, ovvero la discussione fra Yves Guillemot e la leggenda vivente dei videogiochi, Shigeru Miyamoto, durante la conferenza Ubisoft.
Non parliamo di un nuovo gioco, nemmeno di un trailer, ma di una semplice stretta di mano. Perché tutto è simbolo.