Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità la dipendenza da gioco è ufficialmente una malattia riconosciuta. Per l’OMS, chi soffre di questa patologia non sarebbe in grado di controllare le proprie abitudini videoludiche, al punto da mettere il gaming davanti ad altri interessi e attività quotidiane.
Ma come si sta muovendo l’industria dei videogiochi rispetto a questa patologia? Il CEO di Sony, Kenichiro Yoshida, ha dichiarato che la dipendenza da gioco va presa seriamente e che servono contromisure forti per combatterla, riporta Comic Book.
Il CEO ha ammesso che la sua società ha già messo a punto alcune misure per affrontare i problemi che colpiscono i giocatori più giovani.
“Abbiamo implementato un sistema di classificazione basato sull’età dei giocatori ed abbiamo adottato misure basate sui nostri standard“.
Il fatto che ora l’OMS abbia certificato la dipendenza da giochi come una vera e propria malattia influenzerà sicuramente l’industria videoludica. Per quanto riguarda Sony, la società ha già delle linee guida a cui attenersi; si tratterà solo di applicarle più rigorosamente da questo momento in poi.
L’OMS è stato inserito da poco. I videogiochi spuntano tra i nuovi indicatori problematici per lo stato della salute a livello internazionale. Dietro la sigla ICD-11 si cela il documento, denominato “International Statistical Classification of Diseases and Related Health Problems” che con valenza dal 1 gennaio 2022 considererà i videogame tra gli elementi problematici da analizzare e sui quali intervenire.
ICD è il punto di partenza per l’identificazione di trend e statistiche sulla salute a livello globale, e lo standard internazionale per la segnalazione di malattie e problemi di salute. Rappresenta lo standard per la classificazione diagnostica per tutti gli scopi clinici e di ricerca. L’ICD definisce l’universo delle malattie, dei disordini, dei disturbi, di lesioni e di altri problemi di salute.